Formazione “Giocare per connettere: progettare attività culturali attraverso il gioco”

Il gioco come chiave per costruire comunità: due giornate di formazione per il personale bibliotecario torinese

Nell’ambito del progetto TorinoCambia – le biblioteche, che mira a ripensare le biblioteche pubbliche come centri culturali vivi e partecipati, in grado di rispondere ai bisogni culturali, educativi e relazionali della cittadinanza, abbiamo realizzato due incontri di formazione rivolti al personale bibliotecario, dedicati al tema del gioco come strumento culturale.

Il primo incontro si è tenuto lunedì 12 maggio 2025 presso la Biblioteca Civica Centrale, mentre il secondo si è svolto lunedì 26 maggio 2025 presso la Biblioteca Civica Italo Calvino. Entrambi avevano l’obiettivo di fornire strumenti concreti e ispirazione per progettare attività culturali in biblioteca utilizzando esperienze ludiche: i giochi da tavolo e i videogiochi.

Non un momento “leggero”, ma un nuovo sguardo

Ad oggi, le neuroscienze ci confermano che giocare attiva connessioni neuronali complesse, stimola la memoria di lavoro e la pianificazione, allena l’empatia e la capacità di risoluzione dei problemi. Autori come Vygotskij, Winnicott e Brown sottolineano quanto il gioco sia una forma di apprendimento profondo.

Giocare in biblioteca, quindi, significa anche creare spazi di relazione che non siano più “gerarchici”, in cui chiunque può incontrarsi sul piano del divertimento condiviso.

Anche la sociologia urbana dimostra come gli spazi pubblici che favoriscono il gioco diventino luoghi di prossimità e cura reciproca: in un’epoca in cui l’isolamento sociale è crescente, una biblioteca che offre questo tipo di attività diventa una vera e propria infrastruttura sociale, non solo culturale.

Entrambi gli appuntamenti sono iniziati con una breve riflessione su come il gioco, nella sua valenza culturale e relazionale, possa diventare una possibile nuova chiave di accesso alla costruzione della comunità e del senso di appartenenza ad essa, in linea con gli obiettivi del progetto TorinoCambia – le biblioteche.

Il gioco, quindi, non è solo intrattenimento, ma un linguaggio condiviso, una palestra di competenze e un motore narrativo che, in biblioteca, può diventare un prezioso alleato per coinvolgere nuovi pubblici.

Un “kit da gioco” operativo e partecipato

Al centro di questa proposta formativa vi era la presentazione di un “kit da gioco” pensato per i bibliotecari e costruito a partire da una scheda guida che aiuta a comprendere i giochi, a spiegarli all’utenza e a immaginarne i possibili utilizzi in ambito culturale.

Abbiamo esplorato insieme le esperienze di alcune biblioteche in Italia, in Europa e nel mondo riguardo alla gestione del gioco in biblioteca: conservazione, utilizzo, iniziative, catalogazione e prestito (attualmente non attivo).

La parte laboratoriale attiva è stata quella più lunga: abbiamo provato insieme i giochi acquistati dalle biblioteche e redatto una prima bozza del “kit da gioco” e della scheda guida per le attività.

Il valore della condivisione: un’esperienza di crescita collettiva

Sono stati due appuntamenti intensi e partecipati: in entrambe le occasioni abbiamo osservato una forte voglia di mettersi in gioco (letteralmente) e di cercare nuovi modi per far sentire i cittadini di tutte le età accolti, coinvolti e protagonisti.

Molti hanno evidenziato il valore del gioco come strumento per abbattere le barriere e creare relazioni, sia tra colleghi e colleghe sia con persone difficili da coinvolgere, oppure ancora come arricchimento di proposte e attività culturali già esistenti.

Il progetto TorinoCambia – le biblioteche si fonda proprio sull’idea che le biblioteche possano essere luoghi in cui la cultura non si “riceve”, ma si costruisce e si vive insieme. Il gioco è una delle strade possibili: potente, trasversale e accessibile.

In conclusione, attraverso il dialogo, la collaborazione e l’esperienza diretta con il gioco, il personale bibliotecario ha potuto non solo acquisire nuove competenze, ma anche rafforzare il proprio senso di appartenenza e di comunità professionale.

La condivisione dei punti di vista, soprattutto a livello operativo, e la loro valorizzazione hanno favorito la creazione di un clima di fiducia, che rende più facile affrontare le sfide quotidiane e pone le basi per attività sempre più partecipate.